“Quella persona mi fa arrabbiare”, spesso diciamo così. Questa affermazione racchiude in sè il nostro discolparci da una situazione\persona con cui stiamo avendo a che fare e ci mette apparentemente dalla parte della ragione. Sul lungo periodo questo stato d’animo inconscio peggiora la situazione: ci allontana sempre più dal controllo che abbiamo sulla nostra vita e dalle persone con cui siamo in contatto al lavoro e nel tempo libero.
Da circa un anno ho conosciuto la figura di Tony(Antony) Robbins, formatore americano. Con lui hanno studiato personaggi di spicco in Italia tra i quali Roberto Re e Alfio Bardolla. Una cosa in particolare ha attratto subito la mia attenzione, una tra tutte, che disintegra in un secondo i paradigmi con la quale ero abituato a interpretare le relazioni umane.
Robbins dice che come tu ti senti dipende da te e non dalle circostanze che avvengono all’esterno (sei tu che ti arrabbi e non quella persona che ti fa arrabbiare). Questa affermazione, inizialmente anche ostica da accettare, racchiude un grande respiro profondo e una grande tranquillità, perché? Mette nelle nostre mani gli strumenti per capire che come reagiamo a persone e situazioni è una nostra scelta.
Quindi la responsabilità e il potere di influenzare il nostro stato d’animo o meno non sono attribuiti al nostro interlocutore ma soltanto a noi, così come le situazioni che ci stressano e i clienti che fanno arrabbiare. Paradigma su cui riflettere molto, magari difficile inizialmente. Una buona via per la consapevolezza.
Secondo articolo che si immerge a gamba tesa negli argomenti del blog.